Correva l’anno 2001 e mi trovavo in quel di Torino, precisamente alla Alenia Spazio. Stavo collaborando con la Provincia di Torino per il progetto Lab-VR, Virtual Access to Reasearch Lab, che prevedeva la creazione di un sito web per visitare virtualmente i laboratori di ricerca dell’area torinese. Un team molto affiatato che comprendeva anche Andrea Bandelli e Jim Spadaccini stava creando un progetto innovativo e che ha sicuramente anticipato quello che sta avvenendo da qualche anno con i vari tour virtuali. Purtroppo il sito non è più online ma si può trovare una copia su archive.org (link alla copia del 2006 sul sito torinoscienza.it).
La tecnologia utilizzata per gli ambienti in realtà virtuale era il QuickTimeVR, tecnologia sviluppata dalla Apple nei primi anni ’90 per la creazione di panorami, oggetti ripresi a 360 e ovviamente ambienti a 360. I panorami visualizzati utilizzando il player QuickTime sono stati realizzati con una Nikon Coolpix 4500 (che è stata anche la mia prima fotocamera digitale) con il mitico padellone, ovvero un’ottica grandangolare che si avvitava sull’obiettivo. Con 12 foto si creava la “sfera”. Il software che ho utilizzato per creare i panorami era VR Worx, ma esisteva anche il QuickTime VR Authoring tool, ed entrambi permettevano di creare sia i panorami mediante lo stitching delle immagini che gli hotspot per navigare da una scena all’altra. Ovviamente stiamo parlando di panorami fotografici e non video e la prima onda della realtà virtuale si era esaurita già da tempo. Ma noi eravamo e forse siamo ancora dei visionari.
Oggi vedo il video in 360VR3D di National Geographic dove Paolo Nespoli sperimenta le riprese a 360° con una Vuze. Un po’ mi sento parte di quelle riprese, per il luogo e anche per la tecnologia che è stata utilizzata. Sto lavorando con il video VR da qualche anno e sto portando avanti alcuni progetti importanti nel mondo della VR e vedere il Nodo 2 o modulo Harmony, lo stesso che ho ripreso nel 2001, nello spazio fa un certo effetto. Nell’immagine tratta dal QTVR originale si vede al centro il passaggio per la PMA2 dove attraccano le navicelle.
Link all’articolo del National Geographic
https://www.youtube.com/watch?time_continue=84&v=dwHBpykTloY