Nell’univesitrà USC (University of Southern California) hanno effettuato un esperimento molto interessante. Durante il corso sperimentale di giornalismo ed innovazione digitale (Journalism and emerging digital Innovation), un corso incentrato sul rapporto tra lo storytelling immersivo, l’intelligenza artificiale, la mixed reality, la realtà aumentata, chat bots, device a comandi vocali con le tecnologie emergenti, è stata realizzato un esperimento. Alcuni studenti hanno guardato dei video immersivi e le reazioni sono state monitorate ed analizzate con svariati metodi. I dati sono stati raccolti con neurosensori, biosensori e mediante interviste e questionari.
La maggior parte degli studenti aveva visto il video immersivo con lo smartphone e mai con un visore. Il risultato è dello studio è molto interessante in particolar modo da un punto di vista “cinematografico” e possiamo prenderne spunto per capire meglio come raccontare una storia.
I contenuti che sono stati fatti vedere agli studenti sono prevalentemente legati ad ambienti dove si combatte una guerra come il Project Syria, realizzato dalle Nazioni Unite racconta il dramma del bambini causato dalla guerra, Clouds over Sidra, un video immersivo dove una dodicenne racconta la sua vita in un campo profughi, The fight for Falluja, dove si è immersi nella battaglia con le forze Irachene, Pearl Harbor attack re-enactment, una ricostruzione dell’attacco che ha fatto entrare in guerra gli Stati Uniti, 6×9: A virtual experience of solitary confinement, l’esperienza immersiva in una cella di isolamento, Zambia, gift of mobility, video che racconta la difficile situazione si persone con difficoltà deambulatorie.
Gli studenti hanno definito Clouds over Sidra il più coinvolgente in quanto hanno vissuto l’esperienza di Sidra accompagnati dal racconto immersi nel suo ambiente, la percezione e il coinvolgimento sono stati l’elemento forte di questo video. Gli overlay grafici non sono stati aprezzati molto e l’interattività di Project Syria ha creato quel distacco da videogame che non ne ha fatto apprezzare la storia.
Sicuramente uno studio limitato ma già molto importante per capire la potenzialità del video immersivo come strumento per il racconto.
Se volete leggere lo studio completo “Headspace VR” lo potete trovare qui.