Ma chi è Dexter Talaj? Questo nome improbabile è il nome del mio primo avatar e “nasceva” 15 anni fa. Correva l’anno 2007 e dopo aver letto su vari forum del lancio di questa piattaforma la curiosità di vedere il primo “cyberspazio 3D”, il primo mondo virtuale, il primo metaverso. No, il metaverso non esiste da ottobre 2021 e non l’ha inventato Zuckerberg, come la virtual reality non l’ha inventata Jaron Lanier. Il termine metaverso esiste ben prima di questa onda di marketing che ne ha fatto mutare il significato e diventare un hype che sta svutoando di senso il termine stesso. Ormai tutto è metaverso.
Come si vede dal grafico il termine metaverso in Italia fino a ottobre 2021 non era molto cercato e il boom delle ricerche lo si ha da dopo l’annuncio di Zuckerberg.
Second Life e i mondi virtuali
A fine 2006 leggevo sui vari forum e articoli online di questo programmatore che a 28 anni voleva creare un mondo digitale simile al metaverso ideato da Neal Stephenson nel suo Snow Crash. Essendo un appassionato di cyberpunk e mondi virtuali non potevo non seguire le mosse di un appassionato degli stessi autori che avevo letto qualche anno prima e non ci volle molto per entrare in questo mondo e aprire il primo account. Mi ricordo la curiosità e l’emozione di creare il primo avatar, del cercare di capire come fare, di scoprire un nuovo universo e modo di esistere. L’avatar originale non aveva le sembianze di adesso. Quando si entrava il sistema ti dava un nome, se non ricordo male te ne dava alcuni a scelta e scelsi il primo della lista. Dexter Talaj. Data di nascita 5 gennaio 2007 (SL usa il formato americano mese, giorno, anno come si vede nell’immagine sottostante)
Sin dagli inizi dell’uso del computer ero sempre affascinato dal mondo digitale (virtuale?) parallelo che si creava nel mitico 1084S collegato al mio Amiga 500. Uno tra i miei giochi preferiti era F/A-18 Interceptor, un simulatore di volo che usavo principalmente in free fly, ovvero volo libero. Cercavo di esplorare il mondo che circondava lo scenario di base, la baia di San Francisco, e pianificavo il volo con bussola e atlante per capire dove mi trovavo. Non c’era ancora la grafica satellitare del Flight Simulator moderno e tutto stava nell’immaginazione che si creava nello schermo a tubi catodici diviso tra due colori, il blu del cielo e il verde del terreno. Una volta puntai la prua a 087 per raggiungere New York, per vedere se esisteva, ma il carburante si esaurì e “atterrai” in un luogo sperduto che secondo i miei calcoli si trovava in un area tra il Nebraska ed il Kansas. Potere dell’immaginazione, ma in fondo quel monitor era la finestra su un mondo che non esisteva fisicamente.
Esplorazione in Second Life
Questa voglia di esplorare i mondi virtuali rimase e appena ebbi la possibilità di entrare in Second Life iniziai ad esplorare le varie sim. Sim è il termine che si usa in SL per definire una regione del mondo virtuale. Inizialmente non mi interessava molto l’aspetto “social”, come si direbbe adesso, ma la pura esplorazione di questo universo parallelo, di questa zona autonoma che avrebbe preso il nome di metaverso. Mi intrigava molto questa sorta di scoperta dell’ignoto digitale e si sarebbe ripetuta ogni volta che si sarebbe manifestata una nuova piattaforma o mondo virtuale, anche gli ultimi Social VR cresciuti a dismisura nel periodo della pandemia. Alcune sim mi hanno subito coinvolto, altre meno. Lentamente entrai in luoghi dove gli utenti parlavano di argomenti a me affini, come la fantascienza o la tecnologia o lo sviluppo di mondi virtuali o come si evolverà la società nel mondo digitale. Entravo in SL praticamente ogni giorno alla ricerca di nuove sim, di nuove ambientazioni ma anche di nuove persone con cui condividere le idee su quello che veniva già all’epoca definito metaverso. Di fatto vedevo SL come l’evoluzione 3D delle BBS prima e dei forum poi. Già all’epoca si parlava di SL come del nuovo Web, il nuovo Web 3D e, anche se non negli stessi termini, molte delle idee che accompagnano questa nuova onda del metaverso esistevano già nel 2005. Iniziai anche a studiare come “rezzare” ovvero costruire elementi all’interno di SL, ma da subito notai una cosa mi disturbava particolarmente. La ricerca della replica della realtà. Nelle mie esplorazioni preferivo cercare spazi che avevano qualcosa di insolito, anche nell’architettura, qualcosa che uscisse dai parametri della realtà della first life, d’altronde il sistema permetteva di volare oltre a camminare e correre perciò perché non esplorare i limiti del virtuale anche con architetture diverse, utopiche.
Dopo un paio di anni le persone che avevo nel frattempo conosciuto e con cui discutevo di mondi virtuali, cyberspace e cose simili lentamente sparirono da SL e vedevo comparire sempre più delle slot machine o giochi a premio dove la gente passava il tempo per generare Linden Dollar per acquistare oggetti o vestiti. Quello fu probabilmente uno dei motivi che mi fece usare sempre meno SL fino ad abbandonarlo definitivamente nel 2008. Una cosa della quale avevo sempre dubitato era basare un mondo virtuale ad un modello economico simile se non identico al modello della RL (Real Life) e il nuovo concetto di metaverso che si viene a delineare purtroppo sta ripercorrendo quella strada.
Nel frattempo si stavano sviluppando i social media assieme agli smartphone e la parte sociale in qualche modo migrò dal mondo 3D al mondo flat degli smartphone.
Second Life per me è stato un sogno che si stava materializzando, la realizzazione dell’immaginario che avevo trovato in Neuromante o Snow Crash, la concretizzazione delle varie teorie filosofiche e sociologiche dei vari tecnologi che scrivevano di realtà virtuale a metà anni ’90.
Recentemente ho avuto uno scambio di opinioni sul significato di metaverso, così qualche giorno fa sono rientrato dopo più di 12 anni nel primo metaverso della storia digitale e mi sono effettivamente reso conto che c’era (c’è) già tutto per quanto riguarda la parte sociale, la parte economica. Ma la differenza con il “nuovo” metaverso, o meglio con la nuova idea del metaverso si basa su concetti più coplessi. Non è solo un mondo 3D, ma il metaverso dovrebbe essere open source, decentralizzato, con la possibilità di entrare con un visore per avere la massima immersività, e che sia inclusivo, che si possa accedere con un’unica identità.
Per ora quest’idea è ancora probabilmente un’utopia e forse il concetto di un unico metaverso non si svilupperà mai. La tendenza è di creare ognuno il proprio mondo virtuale che spesso viene definito metaverso, ma è un utilizzo errato del termine.
Second Life oggi
Second Life è ancora attivo, ha circa un milione di utenti stabili e continua il suo percorso di mondo virtuale. Su SL e altre Opensim che si sono sviluppate successivamente avvengono molti eventi, si possono esplorare mostre virtuali o seguire talk o concerti. Di fatto non si è mai fermato. Peccato che gli sviluppatori non abbiano sviluppato una versione immersiva con visore. Ci sono stati dei tentativi ma purtroppo non hanno portato ad uno sviluppo, ma di questo ne scriverò in un altro post assieme a come entrare in Second Life nel 2022.