Uno dei pochi lavori in video 360 puri a Venice Immersive 2023 e l’ho apprezzato perché l’autrice ha saputo rappresentare il tempo. Mi trovo in mezzo ad un campo e poi in una strada di un paesino coreano, riconosco il paese del sudest asiatico non solo dalle scritte ma dai tetti blu delle case. Il suono di un aereo riempie il vuoto delle strade deserte. L’inquadratura mi sposta in un altro luogo. Le insegne di night club ormai abbandonati fanno compagnia alle vetrine dei bar ormai vuoti. Non c’è nessuno. Solo polvere e vecchi poster scollati alle pareti. L’inquadratura si sposta ancora. Sono a fianco di una vetrina di un barbiere, osservo lo specchio e vedo una ragazza. La memoria di una ragazza che mi trasferisce all’interno del bar. Abbandonato. L’inquadratura si sposta. Nel bar chiuso da tempo i suoni di una banda jazz riempiono il vuoto delle foto appese sul muro. Foto di feste, di commilitoni, di divertimento. In basso sotto il bancone in uno specchio c’è il riflesso di una ragazza, delle gambe e dei piedi di una ragazza che balla. Una sottile malinconia accompagna quei passi che stonano con le urla di divertimento dal forte accento americano. Entriamo in una stanza con un letto sfatto. Un preservativo usato sul letto. Una radio in sottofondo. Rumore di una doccia. Poi usciamo e vediamo la protagonista del video che cammina per le strade vuote fino a rivolgerci una domanda finale.
Questo video oltre ad essere girato in modo perfetto è molto coinvolgente. Non ti prende subito, arriva lento e racconta la storia del quartiere a luci rosse creato per i militari americani alla fine degli anni ’60. Alla fine le scritte in coreano e inglese raccontano quello che era la vita delle American Town e delle donne che la abitavano. Ora non esiste più niente, è stato tutto raso al suolo e questo lavoro sarà la memoria, sarà il testimone di una storia di sfruttamento.
Regia: Gina Kim
Durata: 15 min
Tipologia: video 360
Paese: Corea del Sud, USA
Anno: 2023